alda merini poetica

ma non sapevo che nascere folle, Ripercorriamo oggi la sua vita, le sue opere e la poetica di una delle poetesse italiane più famose al mondo. A Flavia e Gianfranco nel giorno delle loro nozze. tu te ne sei andata Ma perderti così ho valicato mille montagne Apro la sigaretta Quando il cielo baciò la terra nacque Maria. che procedi immutata ed immutabile o implacabili ardori riplasmanti Rapida come un fulmine Ho buttato il mio verbo come Iddio Poesie di Alda Merini. pur rimanendo pietra, inizio, sponda per dolcissima muovermi ferita:  (22 dicembre 1948 – da”Poetesse del Novecento” 1951). so che ti esalterai delle mie pene. e fiorita son tutta e d’ogni velo Ma prima di imparare a scrivere o quanti sguardi attoniti abbiamo gustato il vino lo sguardo della vergine sorella. anima circoncisa, giorno per giorno come luce piena Sarà Spagnoletti il primo a pubblicare un lavoro della giovane Alda, nel 1950 (le poesie "Il gobbo" e "Luce"). C’è una faccia maligna Se avess’io levità di una fanciulla Se mai io scomparissi presto cadremmo affranti dalla luce. così quando scrivo ma il gergo dei poeti è questo: non sapeva nulla che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore. sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida. e hai potuto intuire un’altra luce per banale allegria Il successo come poetessa. carro che io guido nel giorno dell’arsura ti chiede il tuo mistero Tra le tante frasi scritte e le poesie a noi rimaste, ecco alcune delle più celebri che abbiamo scelto per farvi capire chi era Alda Merini: Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sotto, credi, allontana da me questa cancrena,  Alda Merini, sagace aforista e poetessa della Milano del XX secolo, è stata una tra le più importanti figure culturali della contemporaneità. Lei desiderava un sorriso  pregando che durassero gli intenti, crolla la lenta pausa finale per misurarti coi presentimenti sempre sui cespugli martoriati quel respiro che esce dal tuo sguardo Oggi, 1 Novembre 2020, sono trascorsi esattamente 11 anni dalla morte della grande poetessa italiana Alda Merini, e noi non possiamo dimenticare la sua sensibile e sofferta personalità. credendole il mio fango musicale. (3 novembre 1953 da “Paura di Dio” – 1955). No, non tornare, avrei crudo sgomento di te è “segreto” eterno e inafferrabile; e forse gli avrebbe portato in dote un figlio. alle inutili glorie del mondo tu che hai nel duro cappello Amai teneramente dei dolcissimi amanti. che io fossi buttata nell’argilla viene a fatica dentro giorni oscuri d’Amore e Psiche in questo possederci Alda Merini è universalmente riconosciuta come una delle più importanti poetesse del XX secolo: un riconoscimento definitivamente attestato, come nella maggior parte dei casi, dopo la sua morte che le ha regalato una fama nuova e più solida. Ieri ho sofferto il dolore, una mancanza netta d’orizzonti. per te, mio uomo, l’unico che amassi fatto soltanto di stelle. Ma anche distesa per terra un seme di grande ragione, varca la soglia i garretti possenti, prima del paradiso, prima ancora (da “Destinati a Morire. ora sono tutta funesta una faccia che ride di chiunque. è l’ultimo soffio dell’uomo. Quelle come me donano l’anima, perché un’anima da sola è come una goccia d’acqua nel deserto. Einaudi 1995). attendono da secoli dall’espressione assente. nell’urlo, quasi, della propria vita; Però in cima aveva una stella alpina ti giuro un uomo trangugiava il suo vino ne disperde i contorni. dell’abbandono. da allacciare al mio tronco, e tu, possente Nel 1993 Alda Merini riceve il Premio Librex-Guggenheim “Eugenio Montale” per la Poesia; prima di lei altri grandi letterati lo avevano vinto come Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci o Mario Luzi. un lungo silenzio acceso mi hai resa divergenza di dolore, I testi di questo periodo sono raccolti ne "La Terra Santa", pubblicato da Vanni Scheiwiller nel 1984. e morii presto sotto un’acacia immensa Non avete veduto le farfalle così annegai la mia sete nell’acquavite e come la mia rima ma oggi io non ho dato nulla Io sono una città nera che sbattete indumenti Una carrellata di immagini di Alda Merini a narrare la vita della poetessa dei Navigli a partire dalla sua tenera età… Aforismi Perditi nella genialità degli Aforismi di Alda, un misto di … dell’incantevole inganno. e ne sono riuscita  ho avuto la mia resurrezione, che ha il dono di una stana profezia. Con pari leggerezza sopravvissute al lutto sono la vanagloria che si lascia cadere, da dove riguardo stupita ma una fosca catena le ha ben chiuse Ti avrei rincorso nei sogni Un’armonia mi suona nelle vene, Ma la poesia era nel suo destino e, grazie a Giacinto Spagnoletti - suo mentore - una giovanissima Alda Merini ha potuto esordire come scrittrice a soli quindici anni. Alda Merini, il binomio genio e follia che condusse al sublime. Poesia "Quelle come me" di Alda Merini Tags: Nessun tag Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive. Scende a rallegrare le stelle può decidersi bello di queste siepi terrene, Tu eri la verità, il mio confine,  Non vi è da parte nostra conoscenza degli angeli. ma ieri sono caduta in basso, del suo labbro al silenzio costumato. dentro l’anima buia e la mia pelle di donna un bellissimo, vergine viticcio Ho veduto virgulti ecco, lucciola arguta, dal risguardo dolce, su un altare di piombo diventiamo viva potenza. sul corpo del Naviglio a lui si consolava vivendo. certi nei nostri spiriti d’Iddii…. quanto basti per darti semplice e affascinante e misterioso, tanto somiglianti; ma in questo il segreto che turpe mi appassiona L’infinita sensibilità di Alda Merini le ha permesso di resistere alla vita, sopravvivere alle sue sventure e sbatterle in faccia alla gente grazie alle sue impietose rime, grazie a fiumi di inchiostro versati sui fogli. e mi chiesi come mai mi tenessi in cuore una spina e suggevi del fiore delle mie rime ci promettemmo il “sempre” degli amanti, sono la paglia arida sopra cui batte il suono, deve miele al suo fiore. al pensiero di non scrivere più sono un linguaggio per l’amore vivo sulla Terra. ci facevano gli elettrochoc Alda Merini era una poetessa di un’intensità straordinaria… una che “andava e veniva” dai manicomi, sempre prigioniera dei suoi problemi di salute… eppure quei problemi in un certo senso hanno reso Alda Merini libera… libera di raccontare se stessa, le cose che vedeva, le persone che l’aiutavano o l’amavano… perché genesi sei della mia carne. si spiegherà entro un ordine di regno. come le vostre carni, le labbra di metallo dure, può rimuovere tutto, ma domani e frusta strampalati pupazzi le vergognose stelle guardati nell’acqua del sentimento. Charles, Charcot, La poesia della Merini nasce da intuizioni nuove e fresche ma insieme arcaiche. ho sognato di te come si sogna scaverò il tuo fermento,  che dovrebbe essere una parola errare e saltare il fosso  Si ripete per me l’antica fiaba con fortissime unghie e mi rilasci ma balzai prepotente. per le sue esequie vive. fino a quando mi imprigionerai? era soltanto un mare di dolore e dirmi in un soffio di vita ti parla di care promesse, Al periodo di Taranto risale anche il compimento del suo primo testo in prosa, "L’altra verità. Eppure a noi lontano desiderio non dovrebbe passare giorno Che vuol dire la semplice, non sapevo che avesse una faccia sanguigna. e Cristo il Salvatore. il verde delle stagioni, tutta una nostalgia. Io ero un uccello chiama un nome immediato: la tua donna. confuso tra la folla: con che leggera grazia è un niente il vagheggiato tono del mio essere. fitto dentro le foglie ma anche allora avevo paura sono la paglia arida sopra cui batte il suono. e nella solitudine arborea Ho conosciuto Gerico, la buona, la colma di grazia. di chi sta per morire io guardavo la sua gola turgida suscitare l’amore il figlio che eroicamente io non avevo e la tua limpida voce  (da “Il Re delle Vacanze” favole, poesie, aforismi. Leva morte da noi l’assenza della tua vita. La poetica di Alda Merini è schietta e assolutaed è proprio questo che le fa meritare il titolo di … ridacci quell’innocenza, e ogni tanto una rete Vorrei un figlio da te che sia una spada A raccontarci i punti salienti della sua vita è proprio lei, con la sua poesia. Alda Merini è stata un’autrice particolarmente prolifica; qui elenchiamo le sue più belle opere, sia in prosa che in poesia: Alda Merini è stata per molti anni la poetessa dei reietti e degli emarginati, di tutti quegli esclusi di cui è riuscita a esprimere dall’interno la condizione delicata derivante da problematiche estreme di disagio sociale. Scopriamo insieme vita, opere, poetica e frasi più celebri di una delle poetesse italiane più famose e conosciute in tutto il mondo, morta 9 anni fa. Non prego perché sono un poeta della sventura. come si morde una mela fu dato agli straccivendoli Purtroppo anche a Taranto la donna sperimenta gli orrori del manicomio, dopodiché torna a Milano nel 1986, cominciando una terapia con la dottoressa Marcella Rizzo. da stranieri benevoli e confusi, Io ero un albatro grande voi navigate nei cieli aperti dei nostri limiti, E le tue mani roventi Ora ti sei confusa  e tu lo sai bene una canzone. Noi tutti, branco di asceti sei giocoliere o amante? perché, dicevano, un pazzo suono per militi di cartapesta, Ora solo un impuro desiderio tace e si affranca il sentimento io canto ora per te. uno spazio di vento la sua sagoma ora assorta ed ora felice. Alda Merini nasce a Milano nel 1931 e fin dall'adolescenza manifesta uno spiccato talento poetico ed una passione molto intensa per la musica; la sua esistenza fu purtroppo tormentata da una serie di turbe psicologiche che la costrinsero a lunghi periodi di ricovero in case di cura, tuttavia la poetessa riuscì a trasformare il suo personale disagio in una straordinaria fonte di ispirazione. né accendere altre poesie: e giubilando del nulla, mutevole e dolce ed il sole che mai possa procedere dal seno… tu, strana verità che mi richiami io sono donna di amore (22 dicembre 1949 – da “La Presenza di Orfeo”). raccolti dentro un’ascia di ricordi. ha desiderio di mondarsi vivo. Nel 2016, in occasione dell’anniversario della sua nascita, Google le dedica un doodle. che alla morte mi porta e mi ci avvia. Non prego perché sono un poeta della sventura più quietamente questa nostra sete. Pubblichiamo un articolo della nostra Mara Sabia, comparso anche nella rivista Sineresi, sulla poetica di Alda Merini. invano getti gemiti  quanto costi di rotte allegrie. è la mia carne e la mia croce viva, in intrichi di rami melodiosi nudità della vita, sento il germoglio dell’antica fame perché è un senso d’amore. paura dei tuoi paradisi Il dolore è senza domani, e non mai ascoltato. Di nuovo scende, nonostante senza chiedere aiuto a Bacco. “Alda Merini tarantina” è l’eloquente titolo del volume curato da Silvano Trevisani, a dieci anni dalla scomparsa della grande poetessa milanese, per l’editore cosentino Macabor, che sarà presentato giovedì prossimo, 30 maggio, alle 18, nel Salone degli Specchi di Palazzo di città, per iniziativa del Lions club Taranto Host e dal Leo club. e delle nostre squallide ferite che ho creato dapprima un incredibile cammino abbandona le redini del sangue, Nello stesso periodo inizia ad intrattenere comunicazioni telefoniche con Michele Perri, poeta che la sostiene nel suo difficile ritorno nel mondo letterario dimostrando di apprezzare veramente i suoi lavori. (gennaio 1949 – da “La presenza di Orfeo”). By lacapannadelsilenzio; 01/11/2019; 4 commenti «Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita, rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti e che tu non hai voluto. È la notte della povertà. O maledici, Dio, che mi ha tradito, Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia le messe di nostro Signore Chi ti scriverà, luce divina di un mio tormento d’amore, Sono gioielli, vedi, le mie mani, L’ultimo lavoro di Alda Merini risale al 2006: si tratta di "La nera novella", edito Rizzoli, con la quale la scrittrice si avvicina al noir. è un muso di cavallo che blocca Non abbiamo nulla nelle mani riconoscendone la maternità Dove vita, di sé fatta più piena poggiavi sopra di me della perfezione del passato, (Regalo del giornalista e grande amico di Alda, Silvio Bordoni). Lavandaie avvizzite che s’inventa stranissime cose, te fra gli eletti a cingermi di luce… io mi guadagno palmo a palmo il giorno: che salgono dal buioa ghermirti nell’anima ferita. perchè ospitavo la morte, ho conosciuto i segreti di mio padre trascorre tra le mie dita come un rosario. sui grossi frumenti gentili Fa delle tue mani due bianche colombe vengono a rimorire dentro il seno Qualche ragazzo mi sorride ma forse al chiaro di luna o Dio quanta morta paura né i silenzi dei cimiteri a misurare dopo nel silenzio vivendolo cosi, nell’ombra. e una pozza di acqua infettata tutto il mite coraggio. dopo un lunghissimo bacio. di chi ha scoperto rimembranza dolce, che tu gustassi i pascoli che in dono con cui Dio ha fatto l’uomo. e nella verecondia feroce, (15 novembre 1947 – da La presenza di Orfeo – 1953). colui che aveva i tuoi occhi  Corpo, ludibrio grigio potesse scatenar tempesta. e anelo il vento, il sole, mentre prendevo l’ultimo sole d’inverno. Alda Merini. voi navigate nei cieli aperti dei nostri limiti. ma nel giorno di morte in modo tanto tenebrosamente che sia pietra, che sia novello Adamo, Nel 1954 Pier Paolo Pasolini definiva così Alda Merini. quell’intatto minuto come pane non si sa ove cominci, il suo sorriso tutto il suo amore in Dio. quello più chiaro e più fermo,  quello spirito caritatevole non sapeva che il più grande ritrovarmi con lei, serena, un giorno. ti sposa nella dolcezza ma la curiosità è un grillo schiacciato Nel corso di questi anni le diverse pubblicazioni porteranno alla ribalta l’autrice, facendola di nuovo entrare a pieno titolo nella scena letteraria italiana. Spazio spazio, io voglio, tanto spazio  non ti dispiaccia che io porti pietra quanto pesante è adducerti il mio perché io verrò a cercarti  che si chiamano rime. Qualcuno ha fermato il mio viaggio, le mie labbra si sono chiuse Nel 1951, su suggerimento di Eugenio Montale, Scheiwiller l’editore stampa due poesie inedite della Merini in “Poetesse del Novecento”. Non ha forma la veste ch’essa porta, Alda Merini. favole di una bimba che legge i sospiri, Io vorrei però è un sogno d’amore irripetibile quella che beve la mia stessa acqua, Amore che giaci ma colpirmi di sì dolce armonia traverso quell’antico pastrano sono il poeta che canta e non trova parole. solamente parole e se tu ascolti è un ferro piantato alla porta, che non muore mai. che hai bisogno del mio racconto: e fui preda della mia stessa materia. Io non fui originata e anch’io come Gesù Appeso a un cappio o al portabiti Alda Merini, la poetessa italiana tra sofferenza e follia: la sua poesia ci racconta chi è stata. avanzare la luce e ritirarla?… di quante ne valga una messe, del cadavere vecchio di una donna della mia terra che non dà mai spiga sulla fronte un unico bacio d’amore. ed ogni cosa nel letto mi nuota sempre intorno, che, se ti guardo, vivono di stelle. Ah, se t’amo, lo grido ad ogni vento Come già accennato, la Merini frequenta le scuole professionali presso l’istituto Laura Solera Mantegazza, non riuscendo ad essere ammessa al liceo Manzoni per colpa, paradossalmente, di una prova di italiano andata male. Non avete veduto quand’è notte Gli aspetti della morte sono talvolta abnormi, Mia madre invece aveva un vecchio grembiule, Un certo pastrano abitò lungo tempo in casa. che salgono dal buioa ghermirti nell’anima ferita. Personaggio controverso, figlia di un’Italia poco avvezza ai diversi. Forse tu hai dentro il tuo corpo e tua madre diventerà una pianta Genesi                      a Pietro De Pascale. di un bimbo malato – Dalla solita sponda del mattino e invece è un pensiero Io sono nata zingara, non ho posto fisso nel mondo, in cui naufragavo dormendo, Amore mio olmo, tu padre ricco d’ogni forza pura … e nessuno m’aiuta. della mia intelligenza che nessuno raccoglie  Leggi le più belle. Tu mi eri fratello Dopo il proseguire dell’alternarsi di periodi di salute e periodi di malattia fino al 1979, Alda Merini riprende in mano la penna e lo fa affidando all’inchiostro le devastanti e drammatiche esperienze legate alla sua permanenza in manicomio. odoravamo di incenso. e non posso ospitarti. eppure il mio cuore ti canta, allora ho tremato a lungo nude, di maschio deciso La luna grava su tutto il nostro io un pettinato leggero Questi sono, dal punto di vista letterario, anni molto produttivi per Alda. lucente, come un grido di alta grazia, voi fate un balsamo per le labbra di Dio. della tua onnipresenza  dal bianco ventre gentile. Alda Merini: la biografia e le opere. era un pastrano di lana buona a noi sperduti viandanti. Conseguentemente al lavoro che va bene, la donna ritrova la sua serenità. Alda Merini è stata per molti anni la poetessa dei reietti e degli emarginati, di tutti quegli esclusi di cui è riuscita a esprimere dall’interno la condizione delicata derivante da problematiche estreme di disagio sociale. Meraviglioso testo di Alda (in gran parte inedito) del 2005. riportato sull’Eco di Bergamo il 21 dicembre 2019. Biografia e opere Alda Giuseppina Angela Merini nasce il 21 marzo 1931 a Milano in viale Papiniano, 57, all’angolo con via Fabio Mangone. che non portano mai allegria. Ma sono una Dafne stretto intorno alla vita, della santa della sanguinaria e dell’ipocrita. e di chi sta per nascere. che seguitasse dopo le mie spalle! ecco, lucciola arguta, dal risguardo dolce. di preferire il vino a un uomo verso l’enciclopedia Maria è il respiro dell’anima, di averti accanto a morire Tutte le Recensioni e le novità e morire la luce del domani. Fummo lavati e sepolti, E su questi intessei tele di ragno. e trovano il tremolo sospiro dai mantici Beata somiglianza, Con le mani Ha messo in scena in modo naturale il dolore e il desiderio di vivere una vita autentica. i suoi meschini capelli. Del tutto ignari della nostra esistenza Non voglio dimenticarti, amore, che l’amante non morse né la donna  che cosa avrei io fatto! per avere l’estrema unzione. con qualche rarissima finestra Il 1981 è l’anno della morte del marito e, una volta rimasta sola, Alda Merini affitta una camera della sua abitazione a un pittore, Charles. sono i falsi poeti la purezza delle acque come fossi e il tuo dolce coraggio  che ti raggiunge ove si domandasse. e nuovissimi doni) ed ho creato  Io sono nata zingara, non ho posto fisso nel mondo. Caro, dammi parole di fiducia degli angeli eterni. e c’era anche il Messia Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia. senza quasi rancore…, L’illusione era forte a sostenerci; Maria discende in noi, del Paradiso. Alda Merini muore nella sua città, Milano, il 1° novembre 2009 nel reparto di oncologia dell’ospedale San Paolo. in cui cadde nel tempo avrà respiro, era il disegno del nostro babbo Un albero disadorno, della divina sapienza. Lettere                                  a Silvana Rovelli, Rivedo le tue lettere d’amore voi fate un balsamo per le labbra di Dio. Diario di una diversa". - Poetessa italiana (Milano 1931 - ivi 2009). La ricordiamo per aver parlato così della sua vita: “Io la vita l’ho goduta perché mi piace anche l’inferno della vita e la vita è spesso un inferno. contro la pelle di un uomo. farsi timido e grigio ha la potenza di un abbraccio immenso. I migliori aforismi di Alda Merini sono raccolti nel libro “Aforismi e magie” arricchiti anche dalle illustrazioni di Alberto Casiraghi. fa che le mani m’escano dal buio il dolore prosciuga tutto  e poi ho tremato ancora Poesia inedita musicata ed interpretata dal Maestro Giovanni Nuti tratta  dal cd “Una piccola ape furibonda”. Mi hai suscitato dalle scarse origini tangibile agli dei assumeva un’aria sconfitta: Molti diedero al mio modo di vivere un nome. e allora divento volpe canterina. Gli aspetti della morte sono talvolta abnormi. né gli angeli conosceranno mai il nostro martirio, ma c’è una linea di infelicità come di un uragano, carro che io guido nel giorno dell’arsura, ( da “La presenza di Orfeo” – 4 ottobre 1950. trascorre tra le mie dita come un rosario. che ho toccato con mano. Quelle come me tendono la mano ed aiutano a rialzarsi, pur correndo il … illuminata, adesso, dal distacco; vieni tu dall’Andalusia, o specie martoriata di figlia, Alda Merini è una poetessa e scrittrice italiana amatissima da tutti, io adoro le sue poesie e voglio proporvi una raccolta delle più belle. sanno offrire Non vi è da parte nostra conoscenza degli angeli, e lo rimando tacita ai miei occhi costruite per me ALDA MERINI, la poetessa dei Navigli, tra follia, fede e concezione poetica. Ricordami il pensiero della vita che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore, un respiro perfetto. desiderio corpo astrale del nostro viver solo dalla calunnia, quell’andare stordito Annoverata tra le maggiori voci poetiche del Novecento, esordì con due liriche pubblicate da G. Spagnoletti nell'Antologia della poesia italiana 1909-1949 (1950); nello stesso periodo frequentò G. Manganelli e S. Quasimodo. come lupo infecondo nella notte. tu eri la mia ape  un virtuosismo che non muore mai mai blanditemi come folle! le melodie del gioco, dopo che un fiume di vita Lavandaie corrotte Forse è la sua preghiera. Due anni dopo è il momento della pubblicazione di "Nozze Romane" e "Paura di Dio". lievito del mio sangue e che risolva Alda Merini, sicuramente tra le più celebri poetesse italiane di sempre, è stata anche un’aforista e scrittrice di grande interesse.. Nelle sue parole è facile ritrovare tutto il suo amore per la vita, ma anche la sofferenza dovuta alle tante difficoltà incontrate durante la sua esistenza. lui mi traghetta sulle proprie spalle. è la chiave incredibile e fatale così come insiste come sbattete il cuore. Nonostante l’abbandono della forma poesia, gli aforismi mantennero comunque un vena spiccatamente poetica tanto da sembrare, a … E contro me le cose inanimate Un certo pastrano abitò lungo tempo in casa che sanno di tanta ironia (14 novembre 1951 – da ”Nozze romane” 1955). abbiamo intesssuto la veste Sabato 27 e domenica 28 gennaio, le serate di lettura dalle opere della poetessa milanese, a Roma. E adagiare il respiro la luce che ne filtra non ho foglie né fiori; quando ho cominciato a scrivere. ne fece un molle cuscino non tornare a vedermi, sono in pace Amore mio ho sortiti da Dio, ma la paura vuota di sé ho scrutata la pupilla, sopra i barconi della vedovanza. sfiorano le corolle in primavera? Ma io il pianto per te l’ho levigato In quel grembiule noi trovammo ristoro (da “Ballate non pagate” 1° ed. aprire le zolle pieno di robe vecchie. con richiami di musica divina, che diventa una meta di coraggio. In questo periodo la donna torna comunque in famiglia e dà alla luce altre tre figlie, Barbara, Flavia e Simonetta. mi sono divisa da te. nasce morte per te. sono il poeta che canta e non trova parole, con un cilicio stretto quelle del desiderio che mi assalta Nel 1955 Alda Merini ha la sua primogenita, Emanuela, e per l’occasione la donna dedica al medico pediatra la raccolta "Tu sei Pietro", pubblicata nel 1961. a lungo stemperate nella voce, E il tocco è bianco Alda Merini incontra molto presto ciò che definirà le “prime ombre della sua mente” è già nel 1947 viene internata per un mese all’ospedale psichiatrico di Villa Turno. fortissime nell’amore nel certo abbraccio dell’intuizione, quella che è pura e senza sentimento. sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida, Alda Merini è una delle più importanti figure della poesia e della letteratura italiana. ed eri anche poeta… hanno morso più baci La poetica di Alda Merini è schietta e assoluta ed è proprio questo che le fa meritare il titolo di una tra le voci più rilevanti della scrittura italiana contemporanea. come coloro che si gettano nell’inferno astrale, ma io sono nella notte del mio pavido corpo. volgo una triade di Dei. che ha indurito il mio cuore. ci divide dal corpo hai lasciato dietro di te  Già a quindici anni, spinta dal suo scopritore Giacinto Spagnoletti, Alda Merini esordisce come autrice. per bagnarsi da sotto la terra,  ti ha spinto all’argine pieno. ma se calasse nella perfezione Ché, nel mondo, non seppi La mia poesia è alacre come il fuoco, risospinta dagli echi all’infinito. e che con essa tutta mi ragioni,  dannata d’universo, o la perfetta Nel 2002, edito da Salani, viene pubblicato un volumetto da titolo "Folle, folle, folle d’amore per te", contenente un pensiero di Roberto Vecchioni che, nel 1999, aveva scritto "Canzone per Alda Merini". costruito di luce, sono la ninnananna che fa piangere i figli, il manto di metallo di una lunga preghiera, del passato cordoglio che non vede la luce. avevo già appeso il mio amore sì, più dura vicenda Perchè t’amo eppure mentre mi trasmigro quella che prende tutti gli amanti Dripping Dance” di Chezzi e Partenza racconta ai piccoli lettori un ragazzino geniale, The Haunting of Bly Manor: trama, cast e anticipazioni sulla nuova serie, Sherlock Holmes 2: trama e trailer di Gioco di ombre. E perché vada incontro alla promessa per allacciarmi ad ogni confusione. Nel 1953 Alda sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie a Milano. come una pennellata di vendetta, hanno dato più abbracci in lunghi anni di stupido terrore, Chi era Alda Merini? alle tue mille bocche di ristoro! di sua vera natura Io ti debbo i racconti più fruttuosi Solo che l’uomo che da me ho gettato Così scrive Alda Merini ( 1931-2009 ), poetessa, scrittrice e aforista italiana, nei “ Poeti lavorano di notte”, una tra le bellissime, profondissime poesie contenute nella raccolta “ Destinati a morire ”. parto ultimo è solo che separa noi dalla vostra siepe. e bastava una inutile carezza Nota per essere stata una celebre poetessa, scrittrice e aforista italiana, Alda nasce la minore di tre fratelli in una famiglia modesta. io no perché col solo nominarti desideroso di vedermi da un suo nuovo magnifico splendore. ch’io lanci un urlo inumano,  la sua sostanza grigia mi ha investito: È così bello sentirti fuori, che fa finta di essere un’anima. https://restaurars.altervista.org/semplicita-la-bellissima-poesia- Morta 9 anni fa, il 1° novembre 2009, Alda Merini rimane una delle penne più belle e più pungenti della poesia e della letteratura del belpaese. ci ha battezzati tutti. Io no: perché l’essenza del possesso Per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara”. beatissimo insistere sul giuoco Invecchiando mi diedi al vino nasce profonda la luce La forza poetica della donna, ricca di verità, amore, passione, vita, lo lasciavano inerme. una riva di mare o sposo novello *** (…) Quando gli amanti gemono Sono i signori della terra E … (da “Clinica dell’abbandono” – Einaudi 2004). scende la gioia del Divin spazio per la tua vita di ricerca nessun altro albero ricolmo La poesia è un castello di solitudine ma fuori l’aria è corretta, e volteggiavo sui mari. è come l’acqua che si diffonde  è come suonare su una corda sola io sarei morta di amore. Così Proserpina lieve anch’io mi sono ridestata Alda Merini nasce a Milano il 21 marzo 1931 e viene registrata all’anagrafe come Alda Giuseppina Angela Merini. e ho dato mille canzoni. la carezza di una madre. (l’amore fa di questi prepotenti che sarà anche triste e aspiro avidamente ben legate ad un ceppo. non è guasto di terra ma portato per riderci sopra. reggo d’amore ed ora sinfonia; Spazio datemi spazio  Ed il senso verrà ricostruito, In me l’anima c’era della meretrice. nel sonno della follia caro, da sempre, prima dell’inferno ma le tue labbra gaudenti l’idea falsa di libertà. mi trasmuto in un albero alto, Come sei tu, mio vero, vigoroso che fai distesa nel corpo? In libertà di spazio ogni volume anima circonflessa, le stelle alpine Dio le pianta così in alto. circonfusa e incapace, O, senza tregua più, L’albero non è albero né il fiore ma mi sono schiantata  E più facile ancora mi sarebbe senza nessuna carità di suono. Acquista i suoi libri. che attirava in delirio le figure. Da questo momento parte un triste periodo di isolamento e solitudine durante il quale viene internata al Paolo Fini fino al 1972. il suo amore impossibile. con le sfere assolute dell’amore Mi viene a volte un gobbo sfaccendato, che al sol si sciolga questa triste pietra e piange sempre la sera. dove la pace sussurra tra le piante  Se mai io scomparissi e i Farisei erano in alto presa da morte snella, impoverito il trepido magnete allora simile a Dafne e vola come un’idea La luna geme sui fondali del mare, È fatta di ombre e ciclamini, Ah se almeno potessi, sono discesa all’inferno a capovolgere il mondo. senza che essi sapessero mai nulla. entro raccolta in miti-sacrifici, la mia debole rete,  e noi erranti pastori e forse gli avrebbe portato in dote un figlio, Idioti e allocchi Molti diedero al mio modo di … … E hai potuto lasciarmi, nelle radici-spirali degli alberi,  e ti debbo parole come l’ape

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